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Il ritratto del Diavolo
Che cosa lega i diavoli mostruosi del Medioevo – figure ibride che mescolano i “portenti” esotici, gli esseri fantastici dell’antichità e la Bestia cristiana che incarna il Male – alle Teste grottesche di Leonardo da Vinci e alla fisiognomica dei criminali classificati da Lombroso? Come si passa dall’iconografia ingenua delle Artes moriendi del ’400 ai diavoli umanizzati di Signorelli, al Minosse di Michelangelo nella Cappella Sistina o agli studi sulle deformazioni delle proporzioni umane di Dürer? Attraverso le metamorfosi di un tema artistico diffusissimo, Arasse ci introduce nel cuore del rapporto tra simbolo e realtà che percorre l’immaginario visivo. E ci illustra la trasformazione del Diavolo da icona dell’Altro assoluto – il Disumano – a ritratto del lato oscuro, difforme, perturbante dell’uomo stesso, che l’attività artistica interiorizza nella figura di un “Diavolo dal volto umano".
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Daniel Arasse
Daniel Arasse (1944-2003), grande storico dell’arte francese e appassionato studioso del Rinascimento italiano, ha diretto per anni l’Istituto di cultura francese di Firenze e ha insegnato in Francia all’École des Hautes Études en Sciences Sociales. Tra le sue opere piú note tradotte in italiano, ricordiamo L’ambizione di Vermeer (Einaudi, 2006), Il dettaglio. La pittura vista da vicino (Il Saggiatore, 2007), Il soggetto nel quadro. Saggi d’iconografia analitica (ETS, 2010). Nel 2012 nottetempo ha pubblicato Il ritratto del diavolo.
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