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La diga ombra
Ogni poesia ci pone la domanda di cosa sia la poesia, quella forza che porta la vita come una bufera nel linguaggio, e fa del linguaggio bufera. Le sue parole ne sono la dimensione sorgiva, quella che solo il poeta abita, sognandole. In questo territorio di confine, il linguaggio non è ancora avvenuto ma è già presente nell’intenzione. E questo destino si compie solo acconsentendo alla scrittura, dando forma a quello che “viene, da sopra o sotto, a sognare gli esseri”, nei versi di Bux. La sua vocazione alla poesia, il suo essere poeta, è accadimento raro, inspiegabile, si potrebbe dire miracoloso per quanto egli travalica i freni e vivifica la dimensione piú controllata dell’umano, il linguaggio.
Giuseppe Munforte
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Antonio Bux
Antonio Bux (Foggia, 1982) ha pubblicato, tra le altre opere, Trilogia dello zero (Marco Saya, 2012 – finalista Premio Montano, vincitore Premio Minturnae), Kevlar (sef, 2015 – Premio Alinari), Naturario (Di Felice, 2016 – finalista Premio Viareggio), Sativi (Marco Saya, 2017 – selezione Premio Città di Como), Sasso, carta e forbici (Avagliano, 2018 – Premio Alfonso Malinconico). È inoltre autore di tre libri di versi in spagnolo e di una silloge in dialetto foggiano.
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